IL VIAGGIO               

Prefazione

Il Viaggio” è il mio terzo libro, nato da una storia che mi ha colpito nel profondo. Qualcuno dei miei lettori potrebbe anche chiedersi dove sia finito il secondo romanzo, visto che non ne avrà mai sentito parlare, infatti è così, ma tutto quanto deve avere una sua tempistica. “Il Viaggio” per me rappresenta una esperienza unica, ineguagliabile, così tanto intensa da obbligarmi a interrompere la stesura del secondo romanzo per mettermi subito a raccontare quello che mi ha così emotivamente coinvolto. Ho voluto immedesimarmi in un uomo che per difendere la propria dignità di persona fa una scelta molto coraggiosa rimanendo però sempre coerente con sé stesso. Leggerete la storia di un viaggio piuttosto particolare, che dura soltanto due giorni. Si tratta di una cronaca quasi minuziosa negli avvenimenti e negli stati d’animo, senza mai cadere sul piano del risentimento verso qualcosa o qualcuno; senza la presunzione di dare nuove aspettative, ma anche senza il cinismo di togliere speranze a chi si trova a combattere la più cruda delle realtà. E’ un semplice racconto che scorre verso una dolce fine con un epilogo che mi permetterei di definire glorioso.

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Trama

 

- Un racconto di un';esperienza unica;

- un'esperienza diretta vissuta durante un viaggio verso una meta così fortemente quanto incredibilmente voluta dal protagonista, al punto di mettere davanti a tutto il desiderio di una libertà che non è la sua!!



 

Tratto dal libro

 

Respiriamo un po’.
Voglio godermi questi ultimi momenti della vita togliendomi una piccola soddisfazione;
sì cara Sclerosi laterale amiotrofica, per gli amici s.l.a; dico a te!
Tu per me hai un valore ancora più basso dell’odio!
Quindi, brutta bestia, non sarai più tu a condurre il gioco, ma ti sorprenderà sapere che sono venuto io a cercarti!
Per me sei semplicemente un mezzo, un veicolo; sei così subdola che ti nascondi dietro alla sofferenza e alle umiliazioni; perché tu da sola non porti a niente; senza uno stupido corpo al quale aggrapparti non hai un senso; ma io oggi darò un bell’incarico alla mia amica “morte”; proprio così:
la morte che diventa il tramite per separarmi finalmente da te e per riprendermi quello che mi hai rubato:
la dignità di essere umano!
Ma non è finita qui, perché ti porterò ancora con me fino a quando il mio corpo non se ne sbarazzerà definitivamente abbandonandoti nel nulla; sì, vagherai nel vuoto non so ancora per quanto, ma soltanto se ti rimarrà un briciolo di sostanza!
La mia cara amica “morte”, lei sì che è una signora! Lei non fa differenze; lei esegue e basta, ma lei esisterà sempre; mentre tu prima o poi diventerai un semplice, triste e squallidissimo ricordo.
Sappi che già sulla buona strada, credimi!
Figurati, piccola e miserabile nullità, che oggi io mi permetto di terminarti e di farti cessare quell'infame ruolo al quale tu credi così stupidamente! Io invece, tuo malgrado, ho già capito il vero senso della vita!

Io vado oltre!


 

Recensioni

 

Un racconto di un’esperienza unica, al di là di ogni paura e ipocrisia; un'esperienza vissuta durante il viaggio verso la morte così fortemente quanto incredibilmente voluta dal protagonista al punto di mettere davanti a tutto il desiderio di una libertà che alla fine si rivela non sua.
GioNa



Certi romanzi vengono scritti soltanto per la far sì che la trama ideata dall’autore si svolga. Altri, invece, vengono scritti per colpire e cercare di portare un messaggio. Marco Longhi con Il viaggio, edito da Genesi, ha l’obbiettivo di sensibilizzare il lettore verso un tema dagli ampi echi: filosofici, etici, morali e religiosi, l’eutanasia. Il protagonista, Andrea, è malato di SLA ad uno stadio non terminale. Il corpo è già minato, fa fatica persino a stare seduto un’ora in macchina o a tenere in mano il telecomando, per questo Andrea è deciso a farla finita. Le motivazioni sono diverse e tutte colpiscono il lettore, perché assolutamente di valore. In primo luogo Andrea non vuole più essere un “peso” per la moglie Francesca. Infatti più volte egli fa riferimento alla sua morte come una liberazione di lei. Tra l’altro con per un lugubre gesto d’amore vorrebbe che il giorno della sua dipartita assistita fosse coincidente con il suo compleanno: Andrea ritiene che sarebbe un ottimo regalo. In secondo luogo si sente umiliato. La malattia gli leva giorno dopo giorno con una maligna costanza un grammo di forza per volta, domani Andrea non potrà più fare ciò che fa oggi. Per questo arriva a vedere la morte come il grande giustiziere che in ultima battuta lo farà vincere sul proprio male, poiché esso senza un corpo non è nulla, dice il protagonista. Per poter portare avanti il proprio disegno Andrea deve uscire dall’Italia ed essere portato in Svizzera. Il libro si sofferma a descrivere, seppur in maniera sommaria per non appesantire la lettura, l’iter che un malato che desideri morire deve affrontare, sia dentro la struttura che fuori. Un viaggio verso il confine, tutta una serie di scartoffie da fare e da portare, dopo aver atteso il proprio turno anche in termini di mesi. Inoltre l’autore è abile a descrivere l’atmosfera da ultima sera senza scadere nel sentimentalismo. Anzi Andrea è fin destabilizzante, ovviamente per un lettore in salute, perché egli desidera con tutto il cuore la fine: il suo odio verso la malattia e la sua condizione supera persino il timore dell’ignoto. Egli tentenna davanti alla moglie e agli amici, alcuni dei quali lo accompagnano ovviamente in Svizzera: è pur sempre un addio. Però anche quando sembra vacillare ecco che l’idea della liberazione sua e della moglie rafforza la propria convinzione. Il viaggio è un libro breve, ma densissimo. In poche pagine si affronta un tema complesso che colpirebbe anche se proposto in un saggio, ma che in questo caso con l’analisi dell’aspetto umano il tutto risulta ancora più difficile. “Difficile” non in termini di linguaggio o di sintassi, ma di concettualizzazione. L’autore con un’obiettività che impreziosisce il tutto fa parlare il proprio personaggio che si trova in una certa condizione e poi starà al lettore prendere una posizione, perché non viene in alcun modo indirizzato. Questo ad un tratto proverà ad immedesimarsi e sarà a quel punto che il libro acquisterà il suo valore come portatore di un messaggio, grazie all’empatia.

 

Luca V. Calcagno

 




presentazione de il viaggio canale 5 luglio 2013